SONO TORNATA A SCUOLA!!!

9:22:00 AM Posted In , , , , , Edit This 0 Comments »
GIA', CON LA CRISI BISOGNA REINVENTARSI, e così sono tornata a scuola, per ricapitalizzare il potenziale umano.
ho iniziato un master di mediazione familiare e counselling, così, caso mai andasse male in cooperativa ho uno sbocco personale.
sono tre anni di studi e costano uno sproposito, speriamo almeno che servano. inoltre alcuni docenti che conosco da una vita (non dimentichiamo che svolgo questo lavoro da 29 anni) mi sono particolarmente antipatici...non che non li ritenga capaci, solo mi stanno sulle palle...(si può dire?! mi sa che mi sono giocata la promozione.. come a scuola...)
Ma si, tanto si sa che dico sempre quello che penso, per questo non ho fatto carriera.
ho aperto un blog, si chiama 
TATA MICHELA, CONSULENZE EDUCATIVE, 
andatelo a visitare, è diverso da questo, è professionale, competente e molto utile...il contrario di questo insomma. ma quello è lavoro, questo invece sono io.
Se qualcuno sa come si fa ad entrare come consulente educativo nelle scuole, me lo fa sapere per favore?
INSOMMA MI STO' REINVENTANDO, MA HO 50 ANNI SANTO CIELO!!!
BEH, BUONE VACANZE A TUTTI

LA SCUOLA C'ENTRA CON L'EDUCAZIONE?

8:59:00 PM Posted In , , , , Edit This 4 Comments »
Vorrei riportare un fatto sgradevole successo alla scuola elementare Zecchetto di Vicenza per poi fare una riflessione sulla situazione attuale sull'educazione.
In una classe che non nominerò, c’è una ragazzina semplice, una ragazzina diremmo che bisogna seguire un po’ attentamente.
Questa bambina, ha già le sue difficoltà, inoltre come spesso succede quando i bambini invece che essere educati sono “tirati su” - come si diceva una volta , - senza valori diventano simpatiche iene, pronte a colpire e fare del male. E’ quello che è successo dopo un compito che a questa bambina è andato male.
Delle compagne simpatiche e “normali”, le si sono avvicinate dicendole cose come “sei stupida, non capisci niente…ecc.” La bambina che è anche particolarmente ben messa, poteva rovesciarle con una sola sberla, ma si è limitata a sputare addosso a una di queste belle bambine. A questo punto un altro ragazzino della classe, che chiameremo il prode Anselmo, va in difesa della sua dama e con una serie di calci, pugni e spinte atterra la bambina rea di cotanta umida offesa, poi dato l’imminente arrivo della maestra ha visto bene di alzare la poveretta da terra tirandola per i capelli provocandole una lesione al cuoio capelluto di 2 cm per 3 e costandole un ricovero di tre giorni in ospedale. Tutto questo nel più completo disinteresse di tutti, tanto che la madre della bambina non è nemmeno stata avvertita del fatto, il prode Anselmo non è stato né punito né richiamato e le belle bambine continuano ad essere iene, come sempre.
Tutte le mattine vedo il padre del prode Anselmo e la mamma della bambina che si guardano in cagnesco, senza parlarsi, trasmettendo ai proprio figli i loro valori. Basterebbe fermarsi e parlare, basterebbe dire scusa, basterebbe avere rispetto, onore, orgoglio (quello vero, quello buono).
Ora, ammesso e non concesso che ad alcuni genitori bisognerebbe praticare la castrazione (e non chimica, ma fisica e senza anestesia) perché il loro riprodursi provoca solo danni sociali, rimango tanto perplessa sulle insegnanti, che dovrebbero avere un ruolo diverso dal mero nozionismo tanto caro negli anni passati.
Perché non ci si è fermati in classe a riflettere sull’accaduto? Perché non si è parlato di tolleranza, difesa del più debole, rispetto delle persone, sia quelle belle e brave che quelle meno belle e meno brave? Perché non è stato detto forte e chiaro che quello è il limite ed è stato oltrepassato? Se non è un limite levare lo scalpo ad una bambina in una classe a scuola, qual è il limite? Perché il prode Anselmo, accompagnato dalle belle bambine non potrà fra qualche anno dar fuoco ad un barbone o sprangare un disabile? Perché no?...
Poi ci si sorprende che ragazzi “normali” abusino, violentino, facciano i bulli...
La realtà è che i valori umani non si insegnano a 18 anni, ma all’asilo, da piccoli, ma prima di tutto bisogna averli dentro sia noi genitori che voi insegnati.
Meditate gente meditate

BUONA SANITA'

6:51:00 PM Posted In , , , , , , , , , Edit This 2 Comments »


Ci sono alcuni medici che da soli riescono a farti sentire il calore e la vera essenza della professione che fanno.
Mio marito è malato di sclerosi multipla.


Viene curato qui, dove abitiamo dalla primaria che, ti accoglie spesso con finti sorrisi di circostanza e che a parte questo non fa nulla per evitarti l’imbarazzo nel farti sentire inutile e fastidioso.


Il suo lavoro deve essere pesante, triste, lo fa in maniera pesante, triste, nervosa.
Per questo ci siamo rivolti ad altri medici e ne abbiamo trovato uno in Sardegna, a Cagliari il primario di neurochirurgia che ci ha accolto, già al telefono, senza intermediari, segretarie, infermieri o altro. Al telefono risponde lui in persona, con un tono professionale ma sempre allegro, gentile.


Non mi fido di queste cose, quindi non mi sono fatta intontolare dalla voce e dalle maniere finchè non lo abbiamo incontrato.


Quando lo abbiamo incontrato, io non ero esattamente la Naomi Campbell, ero 95 kili di peso, con un esaurimento nervoso che non mi faceva dormire da un mese circa, ero stressata per il viaggio in Sardegna, che, per la cronaca non potevo permettermi…Mio marito invece era un uomo distrutto, senza capacità di concentrazione, con un leggero sbavamento dall’angolo della bocca, sostenuto da due stampelle. Due poveri cristi insomma, esternamente solo l'ombra delle persone ricche e combattive che in realtà siamo, eppure siamo stati accolti con il rispetto, l’attenzione che vorremmo tutti vedere in tutti i medici.
La mia dolce metà poi è stata operata, è un po’ migliorata, ora dovrebbe rioperarsi e ho richiamato il primario di neurochirurgia dell’ospedale civile di Cagliari.
Ancora, dopo ben 5 anni risponde personalmente al telefono, ride e si scusa, ma sta partendo per le ferie con la famiglia. Mi scuso imbarazzata, richiamerò. Richiama invece lui e dimostra che dopo 5 anni si ricorda del suo paziente, uno qualunque, ci riaccoglie con la stessa professionalità e umanità di sempre…
Ecco, uomini come questi, sono persone vere, non sono importanti per il lavoro che fanno, ma fanno questo lavoro perché sono importanti, sono belle persone.
Oggi sono stata dal mio pediatra per un banale mal di pancia della scricciolina. Anche questa persona quando parla e ti accoglie ti fa capire l’importanza e la bellezza della sua professione. Il suo lavoro pensa sia faticoso ma non pesante, è serio ma non triste, e lo svolge in modo sereno, impegnato, gratificante.
Per questi due medici e per tanti loro colleghi, per tutti gli infermieri, gli assistenti sociali, gli educatori, i professionisti che ancora non si sono arresi allo stipendio di fine mese, voglio dire grazie.

SONO TORNATA

2:56:00 PM Posted In , , , , , , , , , , , Edit This 4 Comments »

Ciao sono tornata e come prima cosa ho allargato la famiglia: finalmente il maschio che non ho mai avuto.

L'ENPA mi ha chiamato e ho adottato Ciaky Cian, un poderoso e fortissimo gattone di 4 etti e mezzo, neanche un mese abbandonato lungo una strada.

E' tutto bianco, con delle macchiette nere sopra gli occhi.

Le mie bimbe sono felici, perfino la mia dolce metà è felice, lui che non aveva mai voluto un animale in casa per paura di incampargli adosso.

Beh, a parte questa gioia, domani torno al lavoro, anzi per la precisione torno non è esatto, infatti mi hanno per l'ennesima volta cambiato di Centro, per cui vado in un centro diverso e, francamente un po' mi dispiace. Mi piaceva lavorare dov'ero.

Ora vi lascio e ci risentiamo presto.

Baci bacini bacetti a tutti sopratutto alle mie speciali streghette, che non sono ancora andata a trovare.

Zia lella’s work part three

9:13:00 PM Posted In , , , , , , , , , Edit This 2 Comments »
Operare con i tossici ti insegna l’umiltà del silenzio, la paura della violenza, la solitudine del dolore. Ma nello stesso tempo ti gratifica nel tuo ruolo professionale che è importante e riconosciuto socialmente. Di questo abiamo già parlato in zia lella's part two
Da questa esperienza mi sono ritrovata a lavorare in un istituto psichiatrico. Credo che nessuno di voi, se non c’è stato dentro (da una parte o dall’altra) non abbia la più pallida idea di cosa sia un istituto psichiatrico. Il matto, il folle - e tutti i suoi moderni e professionalmente corretti nomi, - non sono solo una persona malata, ma anche un giudizio morale o sociale. Il matto è strambo, non lo si capisce, se ne ha paura, a volte giustamente, ma il matto è essenzialmente una persona non libera, sia psicologicamente che fisicamente. Il matto è intrappolato all’interno delle sue visioni, non ha alternative per ciò che vede e sente, è oppresso dal suo essere matto. Il matto è un desaparecidos sociale, qualunque cosa dica, faccia, senta, è interpretata come non senso, inutile, non credibile “tanto è matto…” non vale niente… è terribile. Se sei etichettato come matto, non verrai mai più considerato, mai più.
L’obiettivo non è la comprensione della malattia, che è incomprensibile, ma la stabilizzazione del paziente. Non importa se questo viene fatto attraverso farmaci che inibiscono, confondono, riducono la capacità intellettiva del paziente. Basta che non dia fastidio. La sfida che noi educatori avevamo accettato era i riuscire a fare a stessa cosa, senza eliminare l’essenza della persona, l’essere strambo può essere una risorsa?
Il dolore in questo campo è infinito, totale, racchiude tutto l’essere ed esplode in un muto urlo che ti entra nella testa e ti destabilizza…
Ciò che ricordo di questa esperienza è la mancanza di silenzio, gli interminabili soliloqui dei miei pazienti, la paura che leggevi nei loro occhi quando capitava qualcosa di strano, le notti sempre rotte da urli, pianti, risa…Come professionista si poteva fare molto, ma alla fine non ci si credeva fino in fondo. Bisognava investire troppo tempo e soprattutto troppo denaro. Siamo diventati controllori, surrogati genitoriali di persone con trent’anni di più . Quando tutto questo ha smesso di essere dignitoso per me e per loro me ne sono andata.
Dopo quattro anni ho voluto cambiare e sono arrivata dove sono adesso cioè operare con persone disabili.
Ma questa è un’altra storia….

Zia lella’s work part two

6:24:00 PM Posted In , , , , , , , , , , , , , Edit This 4 Comments »


zia lella work part one (clicca qui)


Dopo ben sette anni di duro lavoro con i minori, in cui includo:
- un’esperienza di tirocinio nel carcere minorile di Treviso,
- uno di volontariato in quello di Roma,
e una pazzia completa al quartiere Zen di Palermo,
frammentati da corsi di formazione vari, il più importante che voglio qui ricordare riguarda quello di Bologna che insegnava a trattare con bambini che avevano subito violenza fisica o sessuale,
ho finalmente cambiato campo e sono stata contattata da una comunità di Verona che si occupava di dipendenza.
Non era il mio campo, non ne sapevo niente di tossici, a me piaceva lavorare coi minori…mi offrirono il triplo dello stipendio che prendevo…beh, valeva la pena tentare!
FAVOLOSO
La più bella esperienza della mia vita.
Finalmente ho capito cosa significa fare l’educatore.
Lavorare con la tossicodipendenza ti mette a contatto con le tue paure, le tue insicurezze, ti insegna a combatterle per sopravvivere. I tossici non ti perdonano niente, non sfugge loro niente, non ti salvi.
Ho conosciuto il significato della parola empatia, la conoscenza delle mie doti di intuizione. Ho imparato tanto, ho sofferto tanto. Mi sono venute certezze che non avevo e tante insicurezze con cui fare i conti, ma più che altro ho imparato. La tossicodipendenza ti assorbe, ti si insinua dentro e senti di combattere una guerra per loro, e con te stessa, infondo le loro paure sono le nostre, i loro silenzi sono anche tuoi, il vuoto che sentono nell’anima è l’amplificaszione all’ennesima potenza di ciò che anche tu hai dentro. La sofferenza, il dolore non solo dei ragazzi, ma anche dei famigliari, la paura di sbagliare perché sbagliare significa anche uccidere. Non dimenticherò mai la ragazza che, dopo una ricaduta, ha fatto un colloquio con me,dopo poche ore è scappata dalla comunità e si è schiantata su un albero. Non è morta, si è salvata, ma quello che porto dentro è un macigno enorme. Non importa se, non ho fatto errori, se ho detto e fatto le cose giuste (il colloquio era registrato), la mia coscienza pesa…
Dopo appena due anni mi hanno nominata responsabile di comunità e questa responsabilità mi è saltata addosso come un macigno: disponibilità 24 ore su 24, reperibilità continua ed immediata, anche in ferie, telefonate di lavoro di giorno e di notte, corsi di formazione continui e sempre in città impossibili come Milano, Venezia, Padova…quello stipendio me lo sono proprio sudato.
La mia vita privata è andata, il mio fidanzato di allora mi ha lasciato, non proprio per il mio lavoro, anche, più che altro mi ero innamorata di uno stronzetto e quell’esperienza professionale mi dava i mezzi per constatarlo e quindi contestarlo. Francamente meglio così, ho trovato di meglio, ma lì per lì tutto fa mucchio si dice dalle mie parti e ho iniziato a sentirei l peso di un centro che gravava tutto sulle mie spalle. Non avevo una grande equipe che mi sosteneva, anzi a volte remava proprio contro. Questo fatto me o porto ancora adesso addosso, visto che a volte, ancora adesso mi fanno notare che faccio troppo indipendentemente dalle equipe.
Sono ingrassata di oltre venti chili (che ho ancora in parte) e ho iniziato a non sentirmi più a mio agio. Poi le cose sono precipitate soldi che non arrivavano, speculazioni andate male, stipendi non pagati e versamenti inps mai versati…
Ho lasciato tutto e sono tornata a Vicenza, dedicandomi solo agli studi. Ho reiniziato a studiare per prendermi la laurea breve.
Dopo un bel po’ di stipendi non pagati, ho cambiato lavoro e mi hanno assunta in una comunità all’interno dell’Istituto psichiatrico S.Felice di Vicenza.
Ma questa è un’altra storia…

HO FATTO IL MIO PRIMO MERCATINO A VICENZA E...

10:36:00 PM Posted In , , , , , , , , , , , Edit This 1 Comment »


Già, è un anno che mi preparo, faccio collanine, (che neanche mi piace fare), dipingo e questo mi piace molto, preparo spazzole con decoupages, intrecci di vimini, pesco in vasconi enormi carta ricilata, faccio libri scultura e altro ancora per poter finalmente esporre a Vicenza. L'anno scorso ho fatto dei mercatini, ma sono rimasta in provincia, un po' perchè avevo poca roba, un po' perchè non sapevo se quello che creavo potesse piacere. Ho maturato l'esperienza e l'ho messa in pratica. Pronta, espongo a Vicenza finalmente, e per lo più in uno dei mercatini più importanti e rinomati della città, in pieno centro!


Mi assegnano un posto infimo, ma vabbeh, sono una novellina, non è che posso pretendere adesso.... La gente viene, guarda, all'inizio mi lascia perplessa, una viene guarda, ascolta tutto il mio racconto su come si fa, che è tutto fatto a mano, che è artistico, del tempo ecc, ecc, ecc, e poi mi chiede il prezzo dell'addobbo floreale che avevo messo nel gazebo...ci resto male francamente...ma la successiva acquista. E' bellissimo, in una giornata ho guadagnato più di tutto l'anno scorso messo insieme. Sono felice. Mi diverto, anche se fa caldo e soprattutto si vede che c'è crisi. Alla fine della giornata ritorna alla carica un'altra furba...in un lato del banco avevo messo l'angolino solidarietà: alcune cooperative o gruppi di interesse sociale mi avevano dato da esporre i loro volantini e avevo posizionato (più per bellezza che per l'interesse di raccogliere denaro) il maialino salvadanaio di mia figlia. Ebbene, una gentile e graziosa signorina mi chiede quanto viene e se è fatto a mano (di plastica rosa???!!!) Ma non importa, fa caldo e il cervello è in cantina. un'altra mi chiede se il fiorellino di legno intarsiato e colorato (costo 2 euro) ce l'ho in giallo invece che in rosso "No signora, non li facci in serie, ma se aspetta un minuto glielo ricoloro" si offende. Devo calmarmi, fa caldo. Arrivano le nove, ora di smontare tutto.

Ora ne farò altri, ma penso che alzerò i prezzi, perchè sono troppo generosa, altri fanno cose come me, (anche peggio, sinceramente), e sono molto ma molto più cari.


Grazie a tutti. Vi aspetto in settembre, si replica.

Tanti auguri al blog, tanti saluti lettori, tanti saluti a Voi!!!

1:01:00 PM Posted In , , , , , , , , Edit This 18 Comments »
MA QUANTI SIETE?!
Giusto un anno fa Zia Lella faceva capolino nel mondo del web. Chi ci scriveva era una "donnetta" che col computer prima di allora aveva solo scritto lettere, creato racconti e elaborato tabelle.
In internet c’era andata poche volte, per necessità e sempre di volata perché costava troppo.
Poi magia magia, arriva un computer nuovo che, - a sua insaputa - si collegava ad un server sempre acceso di un supermercato vicino a casa.
Così ho iniziato a navigare, senza sapere ben bene cosa significasse navigare. Vi dirò non che lo trovassi nemmeno divertente…
Google è stata una scoperta, mi dava la possibilità di avere una e mail e poi un sacco di gadget per la mia pagina personale. Gira che ti rigira c’era anche la possibilità di creare un blog.
Cosa cavolo era un blog? Così sono andata a vedere la definizione e poi a vederne qualcuno, e qui si sono aperte mille idee e mille prospettive.
Non è stato facile costruirlo, non parlo una sola parola di inglese e tutte le descrizioni e le spiegazioni sono in inglese. Così con l’aiuto di Paolino il nipotino sono ruscita a farne uno, ma non mi piaceva era semplice, banale...ma sempre Paolino il nipotino è corso in mio aiuto e ho scoperto la magia del’HTML e delle strane striscette di parole ad esso collegate.
F A V O L O S O
Da qui, con un po di intuizione e un accanito "prova e riprova" senza contare le innumerevoli telefonate al suddetto nipotino, sono riuscita a farlo come volevo.
Naturalmente tutto muta e così ancora adesso quando trovo altre cosine divertenti le inserisco, per poi toglierle… la differenza è che rompo un po' meno a Paolino il nipotino che, ormai era arrivato al limite dell'educazione dovuta ad una zia.
Girellando per i blog poi ho trovato persone simpaticissime, con alcune sono in contatto fisso e con altre collaboro per un altro blog. Con tutte ho in comune l’età (e chi si aspettava che l'età media dei bogger fosse i 40?) e gli interessi.
Politica, storia, filosofia, magia, attualità, questo è quello che mi porta a scrivere qui e mi diverte. Ho degli alti e bassi, causati dalla vita reale che c’è fuori da qui, che però alla fine non è tanto male, insomma, c'è di peggio...
Non posso dire "basta la salute" perchè è proprio quella che manca, ma potrebbe andare peggio...
potrei essere chessò povera....no, quello lo sono già...
vabbeh potrei avere un lavoro che non amo...anche questo potrei già averlo...
insomma potrebbe piovere (si, si, lo so piove, piove)
comunque dai, sono qui. Ora posso dire di esserci. Non ho una infinità di lettori, ne sono cosciente, ma sono buoni lettori, attenti, sempre presenti, potrei forse azzardarmi di dire amici?! Beh, ancora no, l’amicizia è altra cosa, ma sicuramente piacevoli compagnie.
Vi ringrazio comunque tutti.
Ad un anno ancora di chiacchiere e pensieri.

SONO UNA BALENA SPIAGGIATA

10:36:00 PM Posted In , , , Edit This 4 Comments »
No, non mi sono stesa al sole a Cattolica, tranquilli, era solo in senso professionale. Vi spiego: svolgo la mia professione da ben 25 anni. Fino a circa 10 anni fa ero tra le migliori e meglio preparate e pagate del Veneto. Avevo fatto tutti i corsi professionali e preparatori esistenti nel nord Italia. Ero ricercata a livello provinciale e non solo…Per una serie di scelte calcolate a tavolino e, che forse rifarei, mi sono inserita in una mega cooperativa dove lo stipendio era sicuro e la vita comoda. Ho vissuto di rendita per molti anni, riuscendo ancora ad essere la migliore tra quelli che avevo intorno.
Nel frattempo ho trovato l’uomo della mia vita con cui ho messo al mondo due meraviglie della natura che si chiamano Alice e Anna. Le priorità sono cambiate e la professione è passata al secondo posto nella mia scala di valori. Inoltre dove lavoro, pur essendo una delle migliori cooperative del posto, la meglio organizzata e meglio preparata ha però il difetto di essere poco capace di valorizzare le potenzialità umane che ci sono all’interno dell’organizzazione. Ma mi dicevo: “Se sono capace di fare, ma mi pagano per non farlo, non sono io ad essere svalorizzata, ma sono loro a rimetterci, chi se ne importa?” e nel frattempo si va avanti e si vedono passare i giovani…quando si può ancora insegnare qualcosa, significa che ancora si vale, perchè vent’anni di professionalità, di formazione e competenza non possono rimanere chiusi dentro ad un cuore ed a una sola persona, cosa se ne fa? Poi però cominciano ad arrivare neo laureati che sanno quello che sai tu e inoltre hanno ancora tanto tempo per progredire ed avanzare ed è lì che ti senti impantanata. Non hai più niente da dire. Allora pensi, facciamoci un bel Master, ma poi ti accorgi che un Master costa l’ira di Iddio e dovresti soprattutto tralasciare marito e figlie piccole: famiglia e professione? Assolutamente scelgo la mia famiglia. Ecco quindi la sensazione di balena spiaggiata. Sono ancora una grande professionista, ma stò invecchiando e inizio a sentirmi obsoleta. Non ho più niente da dare e non posso più investire tempo e denaro per imparare…è una sensazione terribile di impotenza. L’ansia ti attanaglia lo stomaco per quasi tutte le sette ore di lavoro ogni giorno, hai fretta di dimostrare qualcosa, anche se non c’è niente da dimostrare; ascolti ed impari “sorseggiando” quello che puoi, quando puoi, con l’illusione di stare al passo con gli altri.
E’ francamente stancante sentirsi sempre inadeguati.
Dopo 25 anni di lavoro ben fatto e 45 anni di età, mi piacerebbe smettere di mettermi in discussione e poter sentirmi arrivata aspettando la pensione…
Scusate lo sfogo e, soprattutto accetto consigli.