VELO VS VELO

4:30:00 PM Posted In , , , , , , , Edit This 1 Comment »
Premetto, a me il velo o il fazzoletto che usano le mussulmane per coprirsi la testa piace. Ho un’amica mussulmana da decenni, da prima che fosse pericoloso essere amici di mussulmani, e conoscendo il mio amore per foular, sciarpe e paschmine al mio compleanno mi regala spesso questo genere di articolo, per altro apprezzatissimo.
Ce ne sono alcuni con ricami o pizzi fantastici (forse farò delle foto e le pubblico…) altri che sono impalpabili al tatto eppure così caldi e soffici…meraviglie vere meraviglie.
Detto questo, però, volevo fare un appunto su quei mussulmani, che per spiegare il velo (come ultimamente ho sentito dire per televisione) lo spiegano dicendo frasi del tipo “le nostre donne si copropno il capo come fanno le vostre suore…”
Ora non che a me le suore siano particolarmente simpatiche, ce ne sono alcune che sono delle iene pericolose, ma vorrei comunque fare una precisazione.
Le suore cristiane, per diventare suore e quindi mettere quel velo, se lo devono sudare, devono studiare molto, si devono impegnare, fare una scelta che, per altro può anche non essere accettata, se chi deve supervisionare questa scelta pensa che non sia quella giusta.
Quel velo in testa, non è segno di umiliazione o sottomissione all’uomo, anzi al contrario, è la dimostrazione “sociale” che quella donna, non è più per te, uomo mortale, ma è una donna santificata a Dio. Non è quindi una sottomissione, ma anzi una dimostrazione di innalzamento “tu uomo non puoi neanche guardare quella donna perché lei è troppo in alto per te.”
Molte, non tutte per la verità , donne mussulmane invece DEVONO portare il velo per tradizione, cultura, religione o quant’altro. Io donna crisitiana, ho delle limitazioni, e molte sono più subdole e sciocche del velo stesso, ma se li dasattendo, nessuno mi lapida (e lo intendo sia in senso sociale che proprio fisico…).
Per concludere, il velo è un bellissimo capo di abbigliamento, che secondo me rende le ragazze carine perché cornicia il viso e lo rende libero e pulito, ma è un abbigliamento che deve essere scelto, per farti stare bene con te stessa e con gli altri, per farti essere felice, deve rendere la donna felice di questa scelta che non può essere imposto da nessuno né uomo né Dio.

QUANDO LE PUBBLICITA' SOCIALI SONO STUPIDE

10:45:00 PM Posted In , , , , , , , , , , Edit This 1 Comment »
Mi rivolgo a tutti coloro che ultimamente hanno sentito lo spot contro la violenza sulle donne. Mi ricorda la campagna contro l'abbandono dei randagi, o salviamo le foreste...la trovo umiliante.
Dice più o meno così:
"c'è qualcosa di sporco che goccia a goccia avvelena il mondo, la violenza sulle donne è un danno per tutto il mondo, aiutaci a salvare le donne, aiutaci a salvare il mondo...."
Non cred di avere scritto le parole esatte, ma giuro che il senso è questo. Mi sento un gatto randagio.
Non si parla di reato, non si parla di rispetto, siamo animali a parte, picchiare una donna è un danno contro il mondo?! picchiare un uomo invece?! Ma chee stronzata!!!
Sono sicura che lo spot è stato creato da un uomo e sono sicura che le innumerevoli personalità femminili che hanno partecipato al summit contro la violenza sulle donne non lo hanno ascoltato, magari l'hanno sentito, ma non ascoltato.
Mi infastidisce non sapete quando quando sono trattata come non parte del genere umano, da salvaguardare, da proteggere, perchè parte del mondo. Non faccio parte degli esseri umani? Picchiarmi non dovrebbe essere un reato contro la persona? Non è che magari è anche un'azione vigliacca di chi si permette di far violenza a chi non può difendersi? Magari sarebbe stato bello puntare sulla dignità della persona?

LIBRI, IDEE E UN PO' DI PAZZIA

2:12:00 PM Posted In , , , , , , , Edit This 2 Comments »
Le ricerche per il mio prossimo libro stanno avanzando, lente ma vanno avanti.
Nel mio libro precedente ho parlato delle streghe, della loro persecuzione e di ciò che è stato perso a livello di cultura e di informazioni con la loro eliminazione.
Perché nel medioevo si è dato il via alla caccia alle streghe, se ne è parlato molto, ma in cosa credevano le streghe, in realtà molto pochi se lo sono chiesto, dando per scontato che erano tutte in malafede o pazze indemoniate.
Del loro credo, del perché si consideravano streghe e cosa pensavano di poter fare, non si sa molto. Bizzarre supestizioni, disturbi di naturapsicopatica, idee nate dalla credulità contadine e dall’isteria femminile, queste sono solo alcune delle spiegazioni del fenomeno date anche da grandi antropologi o studiosi del settore.
Ma le streghe sono state solo donne matte? e dappertutto nello stesso modo?
Dalla metà degli anni sessanta e degli anni settanta, grazie anche all’apporto del femminismo, si è iniziato a considerare la stregoneria in modo diverso anche se l’approccio degli studiosi continuava a puntare l’attenzione su cause ed effetti della stregoneria più che sulla natura della strega.
A me personalmente invece interessa sapere perché alcune donne erano convinte di volare su scope e girare tra i boschi, vedere i morti e intraprendere battaglie con altri miti. La dott.ssa Murrey, tenta non tanto di rispondere a questa domanda, ma almeno di porsela, poi però cade anche lei in un misticismo da anni settanta e viene stroncata da storici e antropologi.
Il dott. Ginzburg infine prende in considerazione un fatto singolo, il sabba, come forma di rito antichissimo e prova a portarlo lontano nel tempo, alla nascita dell’homo sapiens e ne esce un libro particolarmente interessante.
Dopo aver letto tutti questi saggi colti ed approfonditi, mi chiedo: ma tutto questo: voli notturni, magie, mondi diversi, visione dei morti, sono solo fantasie? Non è che sono ricordi mitizzati di qualcosa di reale?
Si può ipotizzare che il cervello umano - di cui noi usiamo solo un terzo delle potenzialità, - non sia in realtà un organo da scoprire e da sviluppare, ma è un organo che ha già avuto la sua evoluzione e che ora ne stiamo utilizzando una piccola parte semplicemente perché non è più necessario averlo così evoluto?
E’ possibile ipotizzare che il nostro cervello si stia adattando all’ambiente attuale e che l’ambiente attuale non sia così impegnativo per la nostra specie e quindi si stia atrofizzando?
Noi proveniamo da un mondo preistorico dove l’evoluzione ci ha portato ad essere ciò che siamo, è anche vero che non è pensabile che Madre Natura abbia costruito per noi qualcosa di così potenzialmente enorme per essere usato in minima parte. Perché allora il nostro cervello dovrebbe avere facoltà ancora da scoprire e non invece ipotizzare che quelle facoltà noi le abbiamo già usate e ora non ci servono più?
Forse gli antichi erano più intelligenti di noi, oppure usavano meglio la testa, forse in modo più completo. Da questa premessa provo a mettere giù le idee che mi passano per la testa e provo ad ipotizzare che scope volanti, lupi mannari e quant’altro non siano solo le visionarie storie di pazze isteriche, ma provo a prenderle in considerazione - con le pinze certo, - ma in modo realistico.
Lo so cari lettori che ora vi state caracollando dal ridere, e quindi a scanso di equivoci chiarisco subito che non sono una antropologa, né una affermata studiosa del settore.
Sono una dilettante ricercatrice, che cercando una cosa si è imbattuta in un’altra e poi in un’altra ancora e che ha sentito accendersi un campanellino nella sua testolina e ha provato a scrivere le sue assurde idee in un libro. Tranquilli tutti quindi, non infrango né regole né tabù e lungi da me confutare seri e validissimi studiosi del settore.
Eppoi il libro non è ancora finito...magari cambia, chissà



HO FATTO IL MIO PRIMO MERCATINO A VICENZA E...

10:36:00 PM Posted In , , , , , , , , , , , Edit This 1 Comment »


Già, è un anno che mi preparo, faccio collanine, (che neanche mi piace fare), dipingo e questo mi piace molto, preparo spazzole con decoupages, intrecci di vimini, pesco in vasconi enormi carta ricilata, faccio libri scultura e altro ancora per poter finalmente esporre a Vicenza. L'anno scorso ho fatto dei mercatini, ma sono rimasta in provincia, un po' perchè avevo poca roba, un po' perchè non sapevo se quello che creavo potesse piacere. Ho maturato l'esperienza e l'ho messa in pratica. Pronta, espongo a Vicenza finalmente, e per lo più in uno dei mercatini più importanti e rinomati della città, in pieno centro!


Mi assegnano un posto infimo, ma vabbeh, sono una novellina, non è che posso pretendere adesso.... La gente viene, guarda, all'inizio mi lascia perplessa, una viene guarda, ascolta tutto il mio racconto su come si fa, che è tutto fatto a mano, che è artistico, del tempo ecc, ecc, ecc, e poi mi chiede il prezzo dell'addobbo floreale che avevo messo nel gazebo...ci resto male francamente...ma la successiva acquista. E' bellissimo, in una giornata ho guadagnato più di tutto l'anno scorso messo insieme. Sono felice. Mi diverto, anche se fa caldo e soprattutto si vede che c'è crisi. Alla fine della giornata ritorna alla carica un'altra furba...in un lato del banco avevo messo l'angolino solidarietà: alcune cooperative o gruppi di interesse sociale mi avevano dato da esporre i loro volantini e avevo posizionato (più per bellezza che per l'interesse di raccogliere denaro) il maialino salvadanaio di mia figlia. Ebbene, una gentile e graziosa signorina mi chiede quanto viene e se è fatto a mano (di plastica rosa???!!!) Ma non importa, fa caldo e il cervello è in cantina. un'altra mi chiede se il fiorellino di legno intarsiato e colorato (costo 2 euro) ce l'ho in giallo invece che in rosso "No signora, non li facci in serie, ma se aspetta un minuto glielo ricoloro" si offende. Devo calmarmi, fa caldo. Arrivano le nove, ora di smontare tutto.

Ora ne farò altri, ma penso che alzerò i prezzi, perchè sono troppo generosa, altri fanno cose come me, (anche peggio, sinceramente), e sono molto ma molto più cari.


Grazie a tutti. Vi aspetto in settembre, si replica.

CARO E BUON VECCHIO BABBO

6:19:00 PM Posted In , , Edit This 2 Comments »
I miti del Natale si intrecciano da millenni tra ritualità pagane e tradizione cristiana, preesistenze celtiche, feste contadine e tradizioni montanare tra Nord e Sud d'Europa.
Babbo Natale è un vecchio venerabile signore che porta doni ai bambini buoni, ma in storie e culture diverse i doni vengono portati da Gesù Bambino, oppure dallo spirito degli antenati. Altrove è la Befana che si sostituisce o si sovrappone a Babbo Natale; in Sicilia si chiama 'Vecchia di Natale', e porta regali anche lei che servono a rafforzare i legami e le convenzioni sociali. In alcune zone dell'Appennino eroe eponimo delle feste natalizie è il Ceppo, che brucia durante tutto il periodo delle festività. Ha un significato protettivo e magico, come il tronco di quercia che viene fatto bruciare in Provenza e in molte regioni della Germania.
Babbo Natale è comunque, alla fine, la risultante di ogni mito; un po' gnomo, un po' nonno, un po' Gesù bambino, Ceppo, Befana.
Secondo Phyllis Siefker nel suo libro "Santa Claus, l'ultimo degli Uomini Selvaggi", la figura di Babbo Natale discende da questi Uomini Selvaggi, ovvero le divinità primitive che dominavano la vita delle campagne nel Medio Evo. Queste creature "coperte di pelo, fornite di gobba, simili a bestie", erano furia e distruzione, ma anche "responsabili della nascita, della crescita e della fecondità, e intime dei più profondi segreti dell'universo". Dovevano essere uccise davvero o simbolicamente affinché i cicli vitali continuassero. E da queste figure - che nella mitologia greca assunsero le sembianze di Pan, il dio caprone - emerse, secondo Siekfer, anche Santa Claus. E nelle cerimonie pagane, il dio-bestia, di cui resta traccia nel mito dello Yeti, era impersonificato dallo sciamano.
Ma Santa Klaus in realta' nasce nel IV secolo D.C. a Mira in TURCHIA e si chiama San Nicola. Santo protettore delle più disparate categorie umane, dai bambini alle zitelle, dai marinai ai mercanti, dai profumieri ai panettieri, e ancora farmacisti, lustrascarpe, stallieri, pescatori, perfino ladri e assassini; Molte storie vengono raccontate sulla sua generosita'. Si dice che usasse gettare nella strada sacchi pieni di monete d'oro, ma la leggenda piu' interessante e' quella delle tre giovani ragazze destinate alla prostituzione. Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie perche' caduto in miseria, decide di intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra sempre aperta del vecchio castello, tre sacchi di monete che avrebbero costituito la dote delle ragazze. La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito. Tuttavia la terza notte Nicola trova la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso a mantenere comunque fede al suo proposito, il vecchio si arrampica sul tetto e getta il sacchetto di monete attraverso il camino, dov'erano appese le calze ad asciugare.La sua fama si diffonde nel mondo bizantino sino a fare di lui uno dei santi più amati in Oriente. Nel 1087 le sue spoglie sono trafugate da un manipolo di intraprendenti baresi e trasferite nel capoluogo pugliese, per essere conservate nella chiesa romanica appositamente costruita, la Basilica di San Nicola: Nicola diventa il santo protettore di Bari e la città, che ogni anno nel mese di maggio rievoca solennemente l'arrivo dal mare dei sacri resti, diviene meta di pellegrinaggi da tutto il mondo cristiano.
Quando ci fu lo scisma tra Chiesa Cattolica e Chiesa Protestante ogni nazione invento' il proprio "Babbo Natale". Per i francesi era "Pere Noel", in Inghilterra "Father Christmas" (sempre dipinto con ramoscelli di agrifoglio, edera e vischio) e la Germania aveva "Weihnachtsmann" (l'uomo del natale).La sua fama si diffonde in tutta europa e viene istituita l'usanza di scambiarsi i regali il 25 dicembre, per la ricorrenza della nativita'.
Nel XVII secolo questa tradizione sbarca in America con i coloni olandesi: Sinter Nikolaas diviene Santa Klaus e il buon filantropo prende a rifarsi il look. Il santo più venerato diviene una specie di folletto. La veste di Santa Claus diventa un giubbotto rosso stretto in vita, pantaloni rossi orlati di pelliccia bianca e un cappellone floscio, anch'esso con finiture in pelliccia. Porta un sacco sulle spalle, pieno di cose belle, e se ne va in giro volando su una slitta trainata da renne.
L'iconografia succitata noi la dobbiamo pressoché interamente ad un geniale disegnatore americano della seconda metà dell'ottocento, Thomas Nast, che pubblicò nel 1890 il suo più famoso libro, "Christmas Drawings for the Human Race", una raccolta dei disegni comparsi negli anni precedenti su 'Harper's Weekly'. Thomas Nast, che era nato in Germania nel 1840 ed emigrato bambino negli Stati Uniti, creò a poco a poco tutto l'immaginario che ruoterà per sempre intorno a Babbo Natale: la fabbrica di giocattoli al Polo Nord, il rapporto specialissimo con i bambini, la slitta, le renne, il camino.
Il libro di Nast, si è detto, è del 1890.
Babbo Natale allora non beveva certo Coca Cola.
Avrà imparato a farlo più tardi, ben dentro il XX secolo, ma da quando l'ha assaggiata non se ne è certo più staccato, al punto che a lungo è stata fatta circolare la voce che l'immagine che tutti conosciamo (si torna alla domanda di partenza: chi ha inventato Babbo Natale?) fosse dovuta ad una trovata geniale, appunto, della Coca Cola. O perlomeno a quella di un illustratore delle sue campagne pubblicitarie, Heddon Sundbloom che nel 1931 disegnò il primo dei suoi Santa Claus pubblicitari, prendendo a modello l'aspetto di un vicino di casa bonariamente grassoccio.
Il resto della storia è mitologia che le Pubbliche Relazioni di Coca Cola ha diffuso in tutto il mondo. Nast viene del tutto eclissato per creare una nuova tradizione che fa datare al 1931 l'invenzione del 'nostro' Babbo Natale.
Non è affatto vero, naturalmente ma Coca Cola ci crede e, quello che è più importante, lo fa credere a tutti, in un astuto altalenare di 'mezze verità'.
Un po' lo stile degli avvocati della Walt Disney che, nel 1981, diffidarono gli organizzatori del 'Centenario di Pinocchio' dall'usare il nome 'Pinocchio' per le manifestazioni perché, come per loro era pacifico, 'Pinocchio' era un copyright Walt Disney, registrato e protetto!!!!
In Italia la diffusione della figura del rosso Babbone è recente, inizia all'incirca al secondo dopoguerra. Prima di allora la tradizione italiana preferiva demandare la consegna dei doni agli altri 'testimonial' del Natale (il Ceppo, Gesù Bambino ecc.). Qualche accenno ad un vecchio 'Natale' che porta doni, nella neve e con una similslitta, si trova nel Corriere dei Piccoli (un disegno di Carlo Bisi per una tavola del 30 dicembre1928, ). Il vestito è però diverso. Non segue la lezione di Nast, né per l'aspetto né per i colori (è giallo con grandi stelle). Segno che a quel momento la figura di Babbo Natale, in Italia, non si era ancora consolidata.
(liberamente tratto da Social Design Zine)
Comunque sia, vi auguro un Natale con poche "americanate", con tanto sentimento, che siate credenti o meno, un Natale di Amore e un buon nuovo inizio...