Genitori deficienti e professionisti incapaci (o viceversa)

5:42:00 PM Edit This 1 Comment »
La settimana scorsa, a Vicenza si è tenuto un meeting sportivo denominato Sportlandia, una specie di olimpiade destinata ad atleti disabili. L'idea è buona, peccato che non ci sia nessun tipo di pubblicità, quindi chi viene a vedere le gare sono i genitori o gli operatori che lavorano con i disabili che gareggiano.... Gli operatori che lavorano nel settore si ritrovano tutti, di tutti gli enti preposti, pubblici privati, ben pagati mal pagati e qui, ho assistito ad una scena che mi ha fatto accapponare la pelle: Operatrice sui 23/25 anni, utente sulla cinquantina:
"Se ti stacchi ancora dalla mia mano senza il mio permesso, ti metto in castigo e salti anche la cena...." Questa emerita cretina viene pagata quanto me e operatrice che lavorano seriamente. Ma lo sai imbecillona che c'è tutta una pedagogia degli adulti? che le persone disabili sono prima di tutto persone? che esiste una cosa chiamata professionalità che dovrebbe dirti che bisogna dare del lei alle persone più vecchie di te? Ma da dove sei uscita? Ma lo sai che sei imbrazzante per la proessione? Spero che tu non ti presenti mai alle porte della mia cooperativa, altrimenti ti scaccio a calci nel sedere.
E per concludere invece un bell'esempio di capacità genitoriale: all'asilo delle mie bimbe c'è un ragazzino che mena come gli va e nessuno gli dice niente. Ho parlato per ben tre volte con le maestre che, dimostrano tutto il loro disinteresse nella vicenda. Il fatto è che mia figlia mi torna a casa da una settimana con dei lividi incredibili sulle gambe dovuti a calci e pugni di questo monellaccio. Sia chiaro no ce l'ho col bimbo, ma con la madre che non lo sa educare. Ad ogni intervento, lei guarda e sorride. Non fa niente, assolutamente niente. Io dico, ma no ti vergogni che venga ripreso tuo figlio? Forse no. Fatto sta che ci sono bimbi e relativi genitori, che non ritengono assolutamente un problema essere violenti, fare a pugni o dare calci, anzi, dimostra grande forza e coraggio...questione di cultura. Se queste cultre si scontrano con la nostra basata sul buonismo e sul "porgi l'altra guancia" è chiaro che non se ne dà fuori. Non voglio insegnare a mie figlie la lotta libera, ma almeno a difendersi sì. Sono terrorizzata che crescano in una cultura dove il bullismo è accettato o approvato. Desidero al contrario che si pongano nella condizione di difendere il più debole, chiunque sia e che si sentano in dovere di denunciare le coercizioni a cui assitono, qualunque siano.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma non ti sembra di essere un tantino brontolona e pesante?